La qualità del terreno quando si usa l’agricoltura organica

Gli agricoltori e gli scienziati da tempo hanno capito che la produttività dell’agricoltura dipende in larga misura dalla qualità del suolo.

Le caratteristiche di un terreno buono sono semplici da descrivere, ma è difficile misurarle quantitativamente. In generale un buon terreno deve contenere sostanze nutrienti ed essenziali, trattenere l’umidità, in modo da avere un buon drenaggio per evitare la carenza di passaggio di ossigeno nelle radici delle piante durante i periodi di pioggia e per resistere agli effetti erosivi del vento e dell’acqua.

La qualità — è parte integrante del terreno, una delle caratteristiche più importanti. Essa è determinata dalla struttura naturale e dai componenti del suolo. Per esempio, sarà di sabbia o in essa vi saranno spessi strati di argilla? Il suolo ha un ricco contenuto di residui in decomposizione di vegetazione morta o è povero di sostanze organiche naturali?

Per migliaia di anni gli agricoltori hanno meditato sulle caratteristiche di un terreno effettivamente buono. È un processo creatosi storicamente per cui l’agricoltura prosperò nei terreni fertili dei fiumi, dove i corsi d’acqua spesso lasciavano sul suolo freschi sedimenti organici. Oppure nelle praterie delle pianure, dove uno strato di residui vegetali in decomposizione aveva creato un terreno ricco di sostanze organiche.

Negli ultimi anni, a causa dell’urbanizzazione si è cominciato ad utilizzare sempre più una quantità di terreni agricoli produttivi e la qualità di molti terreni diminuisce a causa della coltivazione intensiva nel corso di alcune decine d’anni. Nel contempo stanno appena cominciando a rendersi conto dell’importanza del ruolo dei terreni come componenti dell’ecosistema, che permettono di mantenere la qualità dell’aria e dell’acqua e di garantire la salute delle piante, degli animali e dell’uomo.

I metodi di gestione dell’attività agricola, che deteriorano la qualità del terreno, non soltanto mettono in pericolo la produttività a lungo termine della coltivazione del grano, ma anche influenzano negativamente la salute sia degli ecosistemi vicini che di quelli lontani.

La qualità del suolo — è un concetto relativamente nuovo nel mondo scientifico e si basa sulla preoccupazione per lo sviluppo costante dell’agricoltura e di una crescente consapevolezza del ruolo dei terreni come filtro vivo, attraverso il quale si realizzano il movimento ciclico dell’acqua e gli elementi naturali.

Le osservazioni e gli studi dei parametri del suolo che sono stati fatti hanno aiutato notevolmente a completare le informazioni su come le diverse pratiche di gestione del terreno incidono sulla qualità del terreno.

Una delle più importanti scoperte è stato il fatto che, l’aggiunta di diversi residui organici con un basso indice di proporzione di carbonio e azoto (quali ad esempio letame e fertilizzanti siderali, concimi organici) unitamente alla rotazione diversificata ha ridotto significativamente la perdita di carbonio e azoto nel terreno e ha aumentato le componenti attive e stabili dei suoi elementi organici.

I dati degli studi hanno inoltre dimostrato che, i terreni, coltivati con metodo organico, hanno una migliore struttura fisica. I terreni nei sistemi organici diventano più molli e porosi e si assorbono. Trattengono meglio l’acqua, rispetto ai terreni lavorati nel modo consueto.

Questi miglioramenti delle caratteristiche della qualità del terreno influiscono direttamente sulla produttività, aiutano i sistemi organici a mantenere stabilmente alti gli indici della produttività anche nelle annate di siccità. Essi permettono anche ai terreni, coltivati con metodi organici, di adempiere in modo più efficace alla funzione di ecosistema comune.